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giovedì 20 settembre 2007

IMPORTAZIONI ED ESPORTAZIONI

indicatori economici

Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit: Country Report aprile 2007; b: stime

Rischio paese

Nella classifica rischio-paese, aggiornata a luglio, la SACE colloca la Romania nella 3a categoria su 7.

CONDIZIONI DI ASSICURABILITA’

Rischio sovrano: apertura nel rispetto dei limiti all’indebitamento fissati dal FMI;

Rischio bancario e corporate: apertura

Prospettive future

La politica economica della Romania resterà concentrata sul consolidamento fiscale, sulla riforma del settore energetico e sulla ristrutturazione delle imprese di stato.

La crescita dell’economia globale (a parità di potere di acquisto-PPP) è attesa in crescita al 5,3% nel 2006, grazie alla consistente crescita della Cina e della migliore performance generale. Il rallentamento dei paesi OCSE avrà effetto dal 2007 portando la crescita globale al 4,8% ed al 4,7% nel 2008. La crescita dei 25 Paesi dell’UE, destinatarie del 70 % delle esportazioni rumene, è stata più forte del previsto nel 2006 con un aumento del 2,8%, mentre per il 2007/08 è previsto +2,25%.

Come nei recenti anni, l’economia romena sarà guidata dalla forte domanda interna, mentre le esportazioni rumene verso l’UE non hanno sofferto della performance poco brillante del mercato europeo.

Le previsioni in relazione al prezzo del petrolio sono in media di US$65/barile nel 2007, ma con una consistente discesa nel 2008 a US$60,3/barile nel 2008 (le previsioni sono state riviste al rialzo dalle precedenti). Il continuo innalzamento del prezzo del petrolio avrà un impatto negativo sull’inflazione, ma la forza dell’euro non ne permetterà una ulteriore eccessiva crescita.

Il dollaro è previsto in graduale indebolimento nei confronti dell’euro da US$1.26:€1 nel 2006 ai US$1.36:€1 nel 2007 e US$ 1.38:€1 nel 2008.

Il PIL dovrebbe accelerare del 6,5% per quest’anno, anche se il consumo privato potrebbe rallentare in seguito alla stretta fiscale e monetaria. Per il 2008 la crescita dovrebbe attestarsi attorno al 5,7%. Tuttavia la forte crescita sta preoccupando per i possibili squilibri economici.

Questo perché il consumo è favorito da una politica fiscale pro-ciclica, da una forte crescita salariale e creditizia, oltre che dalla positiva crescita occupazionale. La politica fiscale continuerà ad essere espansiva anche nel 2007-08 e l’approccio nelle prossime elezioni sarà di ritardare qualsiasi politica fiscale o salariale restrittiva. Questi due fattori contribuiranno a mantenere alto il livello di consumo ed investimento nel 2007/08. La Banca Centrale (NBR) sta conducendo una politica monetaria restrittiva che avrà comunque un certo impatto sui prestiti delle famiglie e sulle spese abitative. L’attività di investimento continuerà ad essere il motore della crescita, fattore che permetterà la modernizzazione della produzione. Anche gli investimenti pubblici avranno il loro peso e continueranno a ricevere larghi afflussi di investimenti esteri. L’inflazione è stata in linea con il target prefissato al 5% per la fine del 2006, mentre per la fine del 2007 si dovrebbe attestare 4,4%. Vi sono, tuttavia, pericoli dovuti alla rapida crescita della domanda aggregata, all’espansione della politica fiscale, alla pressione dei salari, insieme alla crescita dei costi amministrativi e delle accise sui tabacchi ed alcolici che potrebbe far prevedere un innalzamento dei prezzi. Gli alti tassi di interesse, la piena liberalizzazione dei capitali ed il positivo rapporto dell’UE sull’adesione stimoleranno l’afflusso di capitali speculativi nel biennio 2007-08. Questo potrebbe avere come conseguenza un apprezzamento reale della moneta, una costosa sterilizzazione degli afflussi, o una combinazione delle due. Il continuo apprezzamento negli anni passati congiuntamente alla continua crescita salariale, stanno erodendo la competitività e la redditività di alcuni settori, sottolineando così come siano necessarie riforme strutturali nell’economia. Prudenti politiche salariali e di guadagno della produttività sembrano essere i rimedi.

Per quanto riguarda il settore esterno, nel 2006 il deficit commerciale è stato maggiore del 50% sullo stesso periodo del 2005. In termini monetari esso è stato pari a 11,8 miliardi di €). Il deficit delle partite correnti è salito a sua volta a 9,97 miliardi (8,8% del Pil) nel 2006 dai 6,9 del 2005. Stessa espansione del deficit è preventivabile per il biennio 2007-08 in quanto la bilancia dei pagamenti subirà le conseguenze della politica fiscale espansiva del 2006-07. Nel breve termine questi deficit non saranno un problema visto che gli investimenti esteri in entrata coprono il 90% del deficit delle partite correnti (questo si verificato per il 2006). L’afflusso di investimenti sarà tuttavia più debole dopo il biennio 2006/07 in conseguenza del completamento di alcune importanti privatizzazioni. Nel lungo periodo la Romania avrà bisogno di attrarre maggiori investimenti “greenfield” per finanziare il persistente debito delle partite correnti.

2007

2008

PIL (var. %)

6,1

5,4

Inflazione (%)

4,2

4,5

Bilancia commerciale (miliardi di US$)

Esportazioni

38,9

44,5

Importazioni

59,5

69,9

Saldo

-20,5

-25,4

Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit: Country Report Aprile 2007

Settori produttivi

Come conseguenza dei processi di industrializzazione forzata del passato, l’industria (27,7% del Pil) nel 2005 è stata per anni un settore trainante dell’economia romena, in particolare nei comparti dell’industria pesante, della raffinazione e di un fiorente settore petrolchimico, che tuttavia oggi scontano le conseguenze di gravi ritardi tecnologici. L’agricoltura (10% del Pil nel 2005), pur restando un settore che riveste grande importanza, patisce le difficoltà del passaggio dalla statalizzazione alla proprietà privata avviato dagli inizi degli anni `90. Essa rimane fortemente penalizzata da condizioni climatiche spesso avverse e va lentamente diminuendo la sua incidenza sulla formazione del PIL della Nazione. Il settore dei servizi (il 55% del Pil nel 2005) presenta invece buone possibilità di sviluppo, tuttavia non ancora pienamente sfruttate.

Settore

2003

2004

2005

2006

Agricoltura e foreste

13,1

14,7

10.01

9.01

Industria

38,1

36,5

35.00.00

34.09.00

Servizi

48,8

48,8

54.09.00

56.00.00

Interscambio

La Romania rappresenta uno dei più importanti partner commerciali dell’Italia nell’Europa dell’est.

Dal 2004 il saldo in bilancia risulta positivo per l'Italia e in crescita costante. L'andamento dell'export è in stabile ascesa: +8,2% nel 2005 rispetto al 2004 e addirittura +18,02% nel 2006 ; ugualmente positiva, ma più lenta è la crescita dell'import: +0,7% nel 2005 rispetto al 2004 e del 1,22% nel 2006. .

I dati consolidati riferiti al 2005 rivelano però un andamento discontinuo dell'interscambio con un calo dell'import in Italia dei principali prodotti scambiati (abbigliamento e pelli) e un altrettanto basso rendimento dell'export italiano verso il Paese. Un segnale in controtendenza è stato registrato nel secondo bimestre 2006, in cui le esportazioni sono cresciute più rapidamente delle importazioni, registrando un saldo positivo superiore al 200%.

Per quanto riguarda la composizione merceologica, sul piano dell'import, la Romania è principale fornitore per l'Italia di indumenti esterni (in flessione nel 2006, -2,3%), calzature (+7,3%), parti e accessori per calzature non in gomma (+2,8% su base annuale), biancheria intima (-4,2%).

Dopo un boom di importazione di alluminio nel 2004, il 2005 ha registrato un forte calo della domanda italiana (-165,2%).Nel 2006 il è trend è stato simile con un aumento dell’import di alluminio pari al 2%.

Sul fronte delle esportazioni, l'Italia vende principalmente parti e accessori per calzature non in gomma, accessori per l'abbigliamento e tessuti. Il 2005 è stato un anno in cui questi prodotti hanno registrato una flessione: -1,14% per la calzature, -8,08% per cuoio e pelli, -15,4% per accessori per l'abbigliamento, -3,08% per i tessuti in cotone. Positivo l'andamento dell'export di autoveicoli (+17,3%) e prodotti della siderurgia (+35,34%). Nel 2006 c’è stato un nuovo recupero positivo con un aumento delle principali categorie: +4,8% per le calzature, +8,7% per cuoio e pelli, +5% per gli accessori da abbigliamento, + 47% degli autoveicoli, + 26,4% per i prodotti della siderurgia.

In flessione invece i tessuti in cotone (-2,8%).

Interscambio comerciale

Interscambio Italia - Romania
Trend 2005-2004-2003

2005
valore in €

2004
valore in €

2003
valore in €

Esportazioni

5.541.375.544

4.671.275.382

4.287.992.815

Importazioni

4.319.388.587

4.077.396.289

4.043.178.206

Saldo

1.221.986.957

593.879.093

244.814.609

Fonte dati Istat Gen-Dic 2005 (agg. 01/06/2006)

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